… un’esperienza missionaria tra i migranti!
Non sappiamo ancora nemmeno come sia accaduto, ma circa un anno e mezzo fa ci giunge la proposta di far parte del Progetto di Presidio Caritas in un piccolissimo e deserto villaggio della Sicilia sud orientale.
Marina di Acate, in estate è meta di numerosi turisti, ma d’inverno è simile allo scenario dei vecchi film del Far West: un vero deserto. Eppure, quando si comincia a conoscere bene la zona e si trova il coraggio di addentrarsi nelle sterrate strade di campagna, con grande sorpresa si incontrano tantissime persone, per lo più rumene e tunisine, che lavorano nelle distese immense di serre che caratterizzano quella zona. Sfruttati dai padroni dei terreni agricoli e vittime di violenze di ogni tipo, insieme agli adulti, si incontrano tantissimi bambini e ragazzi.
La Caritas di Ragusa ha iniziato qualche anno fa un progetto di avvicinamento e recupero di questi nuclei familiari, le cui dimore si distinguono per il fatto che all’esterno del cumulo di plastiche, cartoni e lamiere, spicca di solito una vecchia parabola per il segnale TV. Naturalmente, le persone che subiscono maggiormente gli abusi sono donne e bambini: le prime, spesso costrette a prostituirsi per garantire alla propria famiglia una doccia al giorno o un passaggio per andare a scuola, gli altri, vittima di sfruttamento attraverso il lavoro in serra, con orari inumani, anche nel caso di minorenni.
Sono come fantasmi, nessuno sa dove e come vivono, quali sono i loro bisogni e se hanno sogni per il futuro. Nessuno, tranne i responsabili Caritas che li hanno cercati, impiegando un anno intero per scoprire che in mezzo a quel “nulla”, fatto di discariche di amianto e altri rifiuti tossici, c’era la vita!
Il presidio opera a Marina di Acate per tre volte a settimana, proponendosi come punto di riferimento per donne, uomini e ragazzi, offrendo assistenza legale, medica e fornendo medicine, abbigliamento e generi di prima necessità a chiunque ne faccia richiesta.
Per e con i bambini si sta portando avanti un Laboratorio di Teatro grazie al quale questi ragazzi potranno essere finalmente visibili, apprezzabili e importanti per qualcuno. Tanti di loro hanno scoperto di essere dei bravi attori e cominciano a credere che c’è un futuro oltre quelle serre: qualcuno vuole diventare avvocato, qualcuno calciatore… tutti, sicuramente, vogliono immaginare una vita diversa, lontana da pomodori, padroni cattivi e sfinimento fisico e psicologico.
Mentre cerchiamo di realizzare una presenza stabile, a luglio e novembre 2019 e a gennaio 2020 abbiamo trascorso dei periodi di una settimana, offrendo il nostro servizio al presidio Caritas in molte forme. Ci sembra che la cosa più necessaria in questo contesto sia semplice: l’ascolto! Abbiamo verificato che moltissime persone fra i baraccati di Marina di Acate abbiano un grande desiderio di parlare, di condividere, di raccontarsi: di essere ascoltate, appunto! Si capisce che questo servizio, che sembrerebbe poca cosa, li aiuta a riprendere la propria dignità, liberandoli dal fango di quelle vite spezzate da chi li ritiene poco più che animali.
Tutto ciò risponde in pieno alla nostra missione carismatica. E questa è una missione quanto mai attuale: una risposta ai bisogni degli ultimi di oggi, portata avanti in collaborazione con i nostri missionari, giovani e meno giovani che hanno già condiviso con noi alcune esperienze missionarie all’estero e che pensano che la Missione non debba essere solo una bella parentesi durante l’anno, ma piuttosto uno stile di vita.
Siamo aperte e disponibili a quanto il Signore desidera indicarci in merito a questo nuovo fronte carismatico e lo ringraziamo perché quella che sembrava una coincidenza si è, invece, rivelata una buona occasione per scendere in campo e rispondere alle sfide missionarie che, oggi più che mai, ci interpellano tutti da molto vicino. Certo, la pandemia non ci sta aiutando a portare a termine questo desiderio, ma confidiamo di poterlo realizzare al più presto.
sr Monica Muccio